Quello che non sai
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Le lettrici ed i lettori su
"Quello che non sai"...
"Storie interessanti e realistiche per un finale all'americana"
recensione di Roberto T.
(Roma)
Ottima capacità descrittiva dell'autore.
I dettagli sono sempre minuziosi e le storie che si intrecciano sono tutte interessanti e molto realistiche.
L'insieme lega il lettore affettivamente ad ogni personaggio, coinvolgendolo in pieno.
La presenza del regolamento dei conti è sicuramente un elemento molto all'americana.
Le scene di sesso sono intense ma mai volgari.
Soprattutto le ansie relative alla sfera intima sono descritte con una schiettezza molto funzionale.
Ritengo sia una validissima opera prima.
recensione di Roberto T.
(Roma)
Ottima capacità descrittiva dell'autore.
I dettagli sono sempre minuziosi e le storie che si intrecciano sono tutte interessanti e molto realistiche.
L'insieme lega il lettore affettivamente ad ogni personaggio, coinvolgendolo in pieno.
La presenza del regolamento dei conti è sicuramente un elemento molto all'americana.
Le scene di sesso sono intense ma mai volgari.
Soprattutto le ansie relative alla sfera intima sono descritte con una schiettezza molto funzionale.
Ritengo sia una validissima opera prima.
"Quell'amore vissuto, sbagliato, odiato, sputato, rinnegato, addomesticato..."
recensione di Arianna G.
(Caserta)
Questo romanzo ha mille sfumature che ci invitano a riflettere su noi stessi ed il nostro quotidiano. Argomenti quali il sesso, i conflitti genitori - figli, l'omosessualità ed altri, vengono approfonditi con parole talvolta crude ma che non scadono mai nel volgare.
Le storie travagliate dei protagonisti nascono, crescono e si evolvono intorno ad un unico fulcro: l'amore.
Quell'amore vissuto, sbagliato, odiato, sputato, rinnegato, addomesticato, ma di cui tutti hanno bisogno.
Lo stile scorrevole e l'attenzione al dettaglio, rendono la lettura piacevole.
La struttura cinematografica, poi, conferisce un grosso potenziale di suspance che ci fa giungere al termine con il fiato sospeso.
Un romanzo per riflettere sulla nostra società, ancora così bigotta e colma di pregiudizi.
recensione di Arianna G.
(Caserta)
Questo romanzo ha mille sfumature che ci invitano a riflettere su noi stessi ed il nostro quotidiano. Argomenti quali il sesso, i conflitti genitori - figli, l'omosessualità ed altri, vengono approfonditi con parole talvolta crude ma che non scadono mai nel volgare.
Le storie travagliate dei protagonisti nascono, crescono e si evolvono intorno ad un unico fulcro: l'amore.
Quell'amore vissuto, sbagliato, odiato, sputato, rinnegato, addomesticato, ma di cui tutti hanno bisogno.
Lo stile scorrevole e l'attenzione al dettaglio, rendono la lettura piacevole.
La struttura cinematografica, poi, conferisce un grosso potenziale di suspance che ci fa giungere al termine con il fiato sospeso.
Un romanzo per riflettere sulla nostra società, ancora così bigotta e colma di pregiudizi.
"Scorrevole, intenso e coinvolgente"
recensione di Luigi B.
(Napoli)
Scorrevole e intenso.
Triste nella parte iniziale con i sofferti trascorsi del protagonista Leonardo.
Coinvolgente nella parte centrale.
Credo si perda leggermente nel finale che,
a mio avviso, risulta un po' forzato ma totalmente giustificato dall'esigenza di chiudere le varie storie aperte.
Efficaci anche alcune pennellate d'autore
con cui si eliminano certi personaggi
(per la maggiore, negativi).
Narrazione piacevole dovuta alla grande capacità espressiva dell'esordiente.
recensione di Luigi B.
(Napoli)
Scorrevole e intenso.
Triste nella parte iniziale con i sofferti trascorsi del protagonista Leonardo.
Coinvolgente nella parte centrale.
Credo si perda leggermente nel finale che,
a mio avviso, risulta un po' forzato ma totalmente giustificato dall'esigenza di chiudere le varie storie aperte.
Efficaci anche alcune pennellate d'autore
con cui si eliminano certi personaggi
(per la maggiore, negativi).
Narrazione piacevole dovuta alla grande capacità espressiva dell'esordiente.
"Siamo un po' tutti i personaggi di questo libro"
recensione di Alessia F.
(Pescara)
Ricerco in un libro diverse caratteristiche che, purtroppo, al giorno d'oggi non ritrovo.
Mi ero, infatti, avvicinata a questo romanzo con scetticismo e molto preconcetto.
Ma, già dalle prime pagine, mi sono piacevolmente ricreduta.
In "Quello che non sai" c'era tutto ciò che ho sempre ricercato in un buon libro:
la capacità di accompagnarti nel percorso di creazione e visualizzazione delle immagini, attraverso il mezzo della parola.
Ogni vocabolo permetteva la concretizzazione dell'immagine conseguente.
Entrare nel dettaglio di ogni personaggio, così come magistralmente descritto da Di Lillo ed associare taluni a riproduzione specchio del giovanissimo autore, sarebbe un atto limitante e irrealizzabile.
Credo, infatti, che ognuno sia stato un po' Leonardo, un po' Adele, un po' Tommaso, un po' Matteo, un po' Ginevra, un po' Ines, un po' Giuditta...solo per ricordarne alcuni!
Ognuno, nella propria vita, ha avuto modo di impattare in assenze incolmabili, presenze ingombranti, parole non dette, azioni non fatte, gesti frenati, corazze erette e quasi a pelle indossate.
Ognuno ha indossato maschere.
Ognuno ha detto bugie.
Ognuno è stato vittima e carnefice nel suo quotidiano, permettendo al "non chiarito" di divenire un "non necessario chiarire".
Quindi, seppur partita con pregiudizio, la lettura è proseguita in senso opposto, divenendo un reale percorso di riconoscimento del sé.
Dunque, un plauso all'esordiente e un "ad maiora" sincero.
recensione di Alessia F.
(Pescara)
Ricerco in un libro diverse caratteristiche che, purtroppo, al giorno d'oggi non ritrovo.
Mi ero, infatti, avvicinata a questo romanzo con scetticismo e molto preconcetto.
Ma, già dalle prime pagine, mi sono piacevolmente ricreduta.
In "Quello che non sai" c'era tutto ciò che ho sempre ricercato in un buon libro:
la capacità di accompagnarti nel percorso di creazione e visualizzazione delle immagini, attraverso il mezzo della parola.
Ogni vocabolo permetteva la concretizzazione dell'immagine conseguente.
Entrare nel dettaglio di ogni personaggio, così come magistralmente descritto da Di Lillo ed associare taluni a riproduzione specchio del giovanissimo autore, sarebbe un atto limitante e irrealizzabile.
Credo, infatti, che ognuno sia stato un po' Leonardo, un po' Adele, un po' Tommaso, un po' Matteo, un po' Ginevra, un po' Ines, un po' Giuditta...solo per ricordarne alcuni!
Ognuno, nella propria vita, ha avuto modo di impattare in assenze incolmabili, presenze ingombranti, parole non dette, azioni non fatte, gesti frenati, corazze erette e quasi a pelle indossate.
Ognuno ha indossato maschere.
Ognuno ha detto bugie.
Ognuno è stato vittima e carnefice nel suo quotidiano, permettendo al "non chiarito" di divenire un "non necessario chiarire".
Quindi, seppur partita con pregiudizio, la lettura è proseguita in senso opposto, divenendo un reale percorso di riconoscimento del sé.
Dunque, un plauso all'esordiente e un "ad maiora" sincero.
"Vite che si intrecciano in un turbinio di emozioni"
recensione di Marica C.
(Fagnano Castello)
Aprire questo libro e scoprirvi un intero mondo dentro.
Quello che non sai è IL romanzo per eccellenza. Vite che si intrecciano in un turbinio di emozioni.
Amore, disperazione, tristezza, rivalsa, speranza, odio, tenerezza, fiducia, paura, dramma, rinascita sono costanti che accompagnano il lettore in un lungo viaggio che porta a conoscere dei personaggi autentici, reali.
Madri, mogli, mariti, figli, sorelle, amanti, amici, vite autentiche ed indipendenti tra loro ma intrecciati da un unico ed inatteso destino.
Pagine scritte con attenzione per i dettagli,
un linguaggio fuori dal tempo che da molto peso al senso delle parole, perché nulla viene scritto per caso.
L'autore ha saputo cogliere le giuste emozioni e ha saputo dar vita ai suoi personaggi, intensi e mai banali.
Quello che non sai, ti risucchia dentro un susseguirsi di azioni e reazioni.
Di Lillo lascia un segno con il suo inchiostro che colpisce l'anima, anche attraverso un finale mozzafiato.
Un fulmine a ciel sereno.
recensione di Marica C.
(Fagnano Castello)
Aprire questo libro e scoprirvi un intero mondo dentro.
Quello che non sai è IL romanzo per eccellenza. Vite che si intrecciano in un turbinio di emozioni.
Amore, disperazione, tristezza, rivalsa, speranza, odio, tenerezza, fiducia, paura, dramma, rinascita sono costanti che accompagnano il lettore in un lungo viaggio che porta a conoscere dei personaggi autentici, reali.
Madri, mogli, mariti, figli, sorelle, amanti, amici, vite autentiche ed indipendenti tra loro ma intrecciati da un unico ed inatteso destino.
Pagine scritte con attenzione per i dettagli,
un linguaggio fuori dal tempo che da molto peso al senso delle parole, perché nulla viene scritto per caso.
L'autore ha saputo cogliere le giuste emozioni e ha saputo dar vita ai suoi personaggi, intensi e mai banali.
Quello che non sai, ti risucchia dentro un susseguirsi di azioni e reazioni.
Di Lillo lascia un segno con il suo inchiostro che colpisce l'anima, anche attraverso un finale mozzafiato.
Un fulmine a ciel sereno.
"Parole ricercate in una descrizione delicata dei personaggi"
recensione di Rossella I.
(Caserta)
Questo libro non si legge...si divora! I vari personaggi evolvono con parole ricercate che manifestano, con delicatezza, il profondo delle loro anime.
Il giallo da svelare, poi, ti coinvolge a pieno.
Tutte le storie, inizialmente singole e via via sempre più legate e dipendenti, mi hanno rapita.
Mi ha, inoltre, colpito l'abilità narrante di un così giovane scrittore che con questa sua opera prima dimostra di essere al pari di grandi che da sempre fanno questo mestiere.
Lo consiglio vivamente!
recensione di Rossella I.
(Caserta)
Questo libro non si legge...si divora! I vari personaggi evolvono con parole ricercate che manifestano, con delicatezza, il profondo delle loro anime.
Il giallo da svelare, poi, ti coinvolge a pieno.
Tutte le storie, inizialmente singole e via via sempre più legate e dipendenti, mi hanno rapita.
Mi ha, inoltre, colpito l'abilità narrante di un così giovane scrittore che con questa sua opera prima dimostra di essere al pari di grandi che da sempre fanno questo mestiere.
Lo consiglio vivamente!
"Un romanzo che colpisce al cuore"
recensione di Stefano D.
(Caserta)
Le vicende narrate in Quello che non sai si dipanano nell’arco di un breve periodo, durante il quale, però, le vite dei protagonisti vengono travolte da eventi profondi; così profondi che, per poter essere compresi appieno, risulta necessario scavare a fondo nelle esistenze di questi personaggi così diversi (e al contempo uguali) fra loro. Ecco dunque che l’autore ci conduce per mano mentre, in maniera magistrale, scandaglia con minuzia le loro esistenze. Quello che emerge da questa ricerca è tutt’altro che rassicurante: nessuno sembra davvero conoscere appieno l’altro, tutti intrappolati in una rete di relazioni pervasa da un indistruttibile strato di bugie e incomunicabilità; e forse solo il rapporto tra Leo e la madre, fatto di sguardi che da soli rivelano più di mille parole, rappresenta l’unica oasi di positività in questo panorama desolante.
Da questo punto di inizio, Quello che non sai si sviluppa come una storia di redenzione; o, meglio, come un tentativo di redenzione.
Ogni personaggio deve affrontare il suo personale cammino per districarsi dalla gabbia di bugie che si è creato da solo o in cui è stato costretto dal corso degli eventi; nessuno di loro è realmente senza macchia, nessuno di loro gioca unicamente il ruolo della vittima.
Ma in questo faticoso cammino che ognuno di loro percorre per uscire dal tunnel, l’autore non lascia mai spazio a facili buonismi: il perdono è un dono troppo grande da essere dispensato anche a chi non se lo merita.
Il tutto è perfettamente rappresentato nella scena di Leo davanti al padre in coma,
in cui rabbia, rassegnazione e disgusto si levano all’unisono nello straziante monologo recitato dal ragazzo in quella stanza d’ospedale come se fosse su di un palco.
Falco, il paesino fittizio che fa da cornice alle vicende, è talmente invadente da diventare egli stesso un personaggio tutt’altro che secondario: è una prigione, e i suoi abitanti sembrano inevitabilmente contagiati da una mentalità bigotta e provinciale; eppure è qui che i personaggi del romanzo vivono, amano, sognano. Qui, ognuno dei protagonisti sembra alle prese con una lotta intestina segnata dalla tensione fra due antipodi;
Giuditta, uno dei personaggi forse più complessi, trova nell’arte la sua valvola di sfogo, e attraverso di essa l’autore tocca anche un tema complesso come quella della difficoltà dell’artista di creare, annichilito dalla piattezza in cui ci ritroviamo troppo spesso a far scivolare le nostre esistenze.
Lo stile dell’autore è, senza dubbio, “cinematografico”: il passaggio continuo da una scena all’altra, le minuziose descrizioni, l’ampio utilizzo di stratagemmi narrativi quali flashback e monologhi interiori, sono tutti elementi che Di Lillo mette totalmente al servizio del lettore, col fine di permettergli di facilitare tanto la visualizzazione delle singole scene quanto la complessità dello sviluppo dell’intreccio.
Un intreccio capace di mantenere alta l’attenzione pagina dopo pagina, fino all’inaspettato epilogo in cui un evento tragico mette finalmente i protagonisti a nudo, costretti ad affrontare i propri demoni da cui fino a quel momento non hanno fatto che scappare.
Quello che non sai é un romanzo che colpisce al cuore, ma lo fa col cervello; questo grazie ad una scrittura riflessiva e ragionata, che al contempo lascia trapelare, attraverso il filtro dei protagonisti, una condizione di vita universale da cui il lettore non può fare a meno di esserne emotivamente colpito.
Il tutto, infine, é condito con pizzico di noir sapientemente calibrato, che rimane sullo sfondo in un romanzo dove la fa da protagonista il desiderio di riscatto nei confronti della vita, ma che rappresenta l’ennesimo motivo in più per non lasciarsi perdere l’occasione di imbattersi in questa sorprendente opera prima.
recensione di Stefano D.
(Caserta)
Le vicende narrate in Quello che non sai si dipanano nell’arco di un breve periodo, durante il quale, però, le vite dei protagonisti vengono travolte da eventi profondi; così profondi che, per poter essere compresi appieno, risulta necessario scavare a fondo nelle esistenze di questi personaggi così diversi (e al contempo uguali) fra loro. Ecco dunque che l’autore ci conduce per mano mentre, in maniera magistrale, scandaglia con minuzia le loro esistenze. Quello che emerge da questa ricerca è tutt’altro che rassicurante: nessuno sembra davvero conoscere appieno l’altro, tutti intrappolati in una rete di relazioni pervasa da un indistruttibile strato di bugie e incomunicabilità; e forse solo il rapporto tra Leo e la madre, fatto di sguardi che da soli rivelano più di mille parole, rappresenta l’unica oasi di positività in questo panorama desolante.
Da questo punto di inizio, Quello che non sai si sviluppa come una storia di redenzione; o, meglio, come un tentativo di redenzione.
Ogni personaggio deve affrontare il suo personale cammino per districarsi dalla gabbia di bugie che si è creato da solo o in cui è stato costretto dal corso degli eventi; nessuno di loro è realmente senza macchia, nessuno di loro gioca unicamente il ruolo della vittima.
Ma in questo faticoso cammino che ognuno di loro percorre per uscire dal tunnel, l’autore non lascia mai spazio a facili buonismi: il perdono è un dono troppo grande da essere dispensato anche a chi non se lo merita.
Il tutto è perfettamente rappresentato nella scena di Leo davanti al padre in coma,
in cui rabbia, rassegnazione e disgusto si levano all’unisono nello straziante monologo recitato dal ragazzo in quella stanza d’ospedale come se fosse su di un palco.
Falco, il paesino fittizio che fa da cornice alle vicende, è talmente invadente da diventare egli stesso un personaggio tutt’altro che secondario: è una prigione, e i suoi abitanti sembrano inevitabilmente contagiati da una mentalità bigotta e provinciale; eppure è qui che i personaggi del romanzo vivono, amano, sognano. Qui, ognuno dei protagonisti sembra alle prese con una lotta intestina segnata dalla tensione fra due antipodi;
Giuditta, uno dei personaggi forse più complessi, trova nell’arte la sua valvola di sfogo, e attraverso di essa l’autore tocca anche un tema complesso come quella della difficoltà dell’artista di creare, annichilito dalla piattezza in cui ci ritroviamo troppo spesso a far scivolare le nostre esistenze.
Lo stile dell’autore è, senza dubbio, “cinematografico”: il passaggio continuo da una scena all’altra, le minuziose descrizioni, l’ampio utilizzo di stratagemmi narrativi quali flashback e monologhi interiori, sono tutti elementi che Di Lillo mette totalmente al servizio del lettore, col fine di permettergli di facilitare tanto la visualizzazione delle singole scene quanto la complessità dello sviluppo dell’intreccio.
Un intreccio capace di mantenere alta l’attenzione pagina dopo pagina, fino all’inaspettato epilogo in cui un evento tragico mette finalmente i protagonisti a nudo, costretti ad affrontare i propri demoni da cui fino a quel momento non hanno fatto che scappare.
Quello che non sai é un romanzo che colpisce al cuore, ma lo fa col cervello; questo grazie ad una scrittura riflessiva e ragionata, che al contempo lascia trapelare, attraverso il filtro dei protagonisti, una condizione di vita universale da cui il lettore non può fare a meno di esserne emotivamente colpito.
Il tutto, infine, é condito con pizzico di noir sapientemente calibrato, che rimane sullo sfondo in un romanzo dove la fa da protagonista il desiderio di riscatto nei confronti della vita, ma che rappresenta l’ennesimo motivo in più per non lasciarsi perdere l’occasione di imbattersi in questa sorprendente opera prima.
"Ritagli di dolori impenetrabili,
presenze impotenti ed assenze incolmabili"
recensione di Mariagiovanna G.
(Catania)
Il titolo già ci suggerisce tutto il senso del libro, il suo percorso ed il suo obiettivo.
Un titolo che asseconda un'analisi attenta, minuziosa e, a tratti, ironica, delle vite di alcune famiglie.
Famiglie che si trovano in contatto con temi della modernità, quali stupri, stalking, suicidi e molto altro.
Un romanzo forte che lascia l'amaro in bocca ma che, nonostante tutto, ci fa comprendere l'amore che i personaggi portano dentro.
Una narrazione resa ancora più cupa della scelta dell'ambiente: un piccolo paese di fantasia, pronto a festeggiare il Natale.
Pronto a mascherare le proprie follie e le proprio debolezze.
Un ottimo romanzo d'esordio,
in uno stile perfettamente equilibrato tra il thriller ed il romanzo rosa.
Scene intense, scene erotiche,
scene che toccano l'animo umano.
Ritagli di dolori impenetrabili,
presenze impotenti ed assenze incolmabili.
L'autore, però, vuole trovare
per tutti i personaggi uno spiraglio di luce, qualunque esso possa essere.
Quasi come un ammonimento,
il libro ci spiazza con una frase ricca di significato:
"chi non ama mai veramente, non verrà mai amato per sempre".
presenze impotenti ed assenze incolmabili"
recensione di Mariagiovanna G.
(Catania)
Il titolo già ci suggerisce tutto il senso del libro, il suo percorso ed il suo obiettivo.
Un titolo che asseconda un'analisi attenta, minuziosa e, a tratti, ironica, delle vite di alcune famiglie.
Famiglie che si trovano in contatto con temi della modernità, quali stupri, stalking, suicidi e molto altro.
Un romanzo forte che lascia l'amaro in bocca ma che, nonostante tutto, ci fa comprendere l'amore che i personaggi portano dentro.
Una narrazione resa ancora più cupa della scelta dell'ambiente: un piccolo paese di fantasia, pronto a festeggiare il Natale.
Pronto a mascherare le proprie follie e le proprio debolezze.
Un ottimo romanzo d'esordio,
in uno stile perfettamente equilibrato tra il thriller ed il romanzo rosa.
Scene intense, scene erotiche,
scene che toccano l'animo umano.
Ritagli di dolori impenetrabili,
presenze impotenti ed assenze incolmabili.
L'autore, però, vuole trovare
per tutti i personaggi uno spiraglio di luce, qualunque esso possa essere.
Quasi come un ammonimento,
il libro ci spiazza con una frase ricca di significato:
"chi non ama mai veramente, non verrà mai amato per sempre".
"Un thriller con una particolare attenzione al mondo interiore dei personaggi"
recensione di Laura F.
(Bergamo)
Quello che non sai è un'opera che racconta l'intricato mondo di sentimenti, emozioni e pulsioni che caratterizzano i suoi protagonisti.
Il romanzo si configura fin da subito come un thriller, ma ciò su cui il narratore pone più attenzione è il mondo interiore dei personaggi, che si muovono gli uni indipendentemente dagli altri ma arrivano talvolta a sfiorarsi e sono accomunati da una continua ed estenuante ricerca di loro stessi.
E più che un pericolo esterno - costituito, appunto, dall'elemento thriller del romanzo - questi personaggi variegati sono minacciati dall'interno, dalle contraddizioni che li caratterizzano, da trascorsi difficili, da esperienze dolorose, desideri, frustrazioni e da una voglia di cambiamento che tarda ad arrivare.
Ciò che, dunque, colpisce di questo libro è l'attenzione ai dettagli, soprattutto quelli emotivi, e l'introspezione che scandaglia in modo approfondito i sentimenti sfaccettati e spesso in aperto conflitto tra loro dei personaggi.
recensione di Laura F.
(Bergamo)
Quello che non sai è un'opera che racconta l'intricato mondo di sentimenti, emozioni e pulsioni che caratterizzano i suoi protagonisti.
Il romanzo si configura fin da subito come un thriller, ma ciò su cui il narratore pone più attenzione è il mondo interiore dei personaggi, che si muovono gli uni indipendentemente dagli altri ma arrivano talvolta a sfiorarsi e sono accomunati da una continua ed estenuante ricerca di loro stessi.
E più che un pericolo esterno - costituito, appunto, dall'elemento thriller del romanzo - questi personaggi variegati sono minacciati dall'interno, dalle contraddizioni che li caratterizzano, da trascorsi difficili, da esperienze dolorose, desideri, frustrazioni e da una voglia di cambiamento che tarda ad arrivare.
Ciò che, dunque, colpisce di questo libro è l'attenzione ai dettagli, soprattutto quelli emotivi, e l'introspezione che scandaglia in modo approfondito i sentimenti sfaccettati e spesso in aperto conflitto tra loro dei personaggi.